& > fi R Teatro alla Caiìobbiasia **r* Wy.; >r. Wf OPERA ROMANTICA IN TRE ATTI DI IT. FRIEDRICH FATTA ITALIANA DA CALISTO «ASSI SULLA MUSICA DI F. FLOTOW DA RAPPRESENTARSI Nell i. si. Teatro alla €aeioI>biana l’autunno del 4848. MILANO TIPOGRAFIA VALENTINI E C. Cont, de1 Borromei, n. 2848. ». .. ' - ; w * * » * è . MUSIC LIBRARY UNC-CHAPEL HIU. PKRSOiNAGCI ATTORI \ Al©ssamls*o &f,fi»s*dleiì!a tante nassa , ricco veneziano Leostora ,, sua pupilla MalvoSio , i .. r banditi ì$aa»ftfas6aBfiO , S can- Sinico Giuseppe Godetti Francesco Gru it z Carlotta Soares Cesare Scalese Raffaele Cori e Comparse Scolari di Stradella - Maschere - Patrizi! Contadini romani - Servi , ecc. eee. // azione succede verso la fine del 1600 ^ nel 1 aito a Venezia ; nel lì e nel III presso Roma, nel villag¬ gio appunto ove Stradella ebbe i natali. Direttore ed inventore del niacelitnismo sig. G. Ronchi, Le scene sono d’invenzione del sig. Carlo Fontana , Maestre al Cembalo: Sig. Panizza Giacomo. Altro Maestro in sostituzione al Sig. Panizza: Sig. Bajtlli Gio. Primo Violino, Capo e Direttore d’orchestra : Sig. Cavallini Eitg Altro primo Violino in sostituzione al Sig. Cavallini Signor Ferrara Bernardo. Capi dei secondi Violini a vicenda Signori Buccinelli Giacomo — Bossi Giuseppe. Primo Violino per i Balli: Signor Montanari Gaetano. Altro primo Violino in sostituz. al sig. Montanari: sig. Brambilla L. Primo Violoncello al Cembalo: Sig. Merighi Vincenzo. Altro primo Violoncello in sostituzione al sig. Merighi Sig. Truffi Isidoro. Primo Contrabbasso al Cembalo: Sig. Luigi Bossi. Altro primo Contrab. in sostituz. al sig. Rossi, sig. Manzoni G. Prime Viole : Signori Tassislro Pietro e Maino Carlo. Primi CI arinetti Per 1’ Opera: Sig. Cavallini Ernesto - pel Ballo: Sig. Piana Giu. Primi Oboe a perfetta vicenda: Sig. Yvon Carlo — Duelli Gio. Primi Flauti Per l’Opera: Sig. Baioni Giu. - pel Ballo: Sig. Marcora Filippo Primo Fagotto: Sig. Cantìi Antonio Primi Corni da caccia Sig. Martini Emergete. Si". Languìller Marco Prima tromba : Sig. Pasquale Sessa. Arpa: Sig.a Bigamonli Virginia. Maestro Istruttore dei Cori Signor Cattaneo Antonio. Proprietario dello spartito e del libro sig. Giovanni Bicordi. Suggeritore: Sig. Giuseppe Crolli. Vestiarista Proprietario : Sig. Pietro Bavaglia e Comp , Direttore della Sartoria : sig. Antonio Velisi Capo Sarto da uomo - — Capo Sarto da donna Luigi Zamperoni — Paolo Veronesi Cuardarobieri signori Antonio Barioli ed Albizzati Giuseppe fiorista e Piumista: Signora Giuseppa Rolla, Attrezzista Proprietario : sig. Croce Gaetano 1 ari ueclviere : Signor V enegoni Eugenio. Direttore deH'illuminazionc : sig. Gio. CaregnanL S C E N A FUI M A Una piazzetta di Venezia. Canale in fondo. Alla destra dello spettatore la casa di Bassi situala sulPangoIo di una piccola strada. Al primo piano gira un balcone che si perde oltre l1 angolo. È notte. Sp'ende la luna. La piazza è rischiarala da varie lampade e dai lumi che splendono nelfinterno delle abitazioni e si riflettono sulle finestre. Alfalzarsi della tela alcune gondole attraversano il Canale , in una delle quali è STRABELLA con alcuni suoi scolari. Coito Str. Tutti l chiaror d’ argentea luna , Della notte nel mister. Dalla placida laguna Tu ne scorgi , o gondolier , Dove alberga la vezzosa Cile all’ amor , P'ida 1’ ansia procellosa Del suo cor. — Oh ! Venezia, tu sei bella Quando il sole allegra il ciel ; M a più il sei quando la stella Della notte nppar fedel. Al chiaror d’ argentea luna , Della notte nel mister , Dalla placida laguna Tu ne scorgi , o gondolier , Dove alberga la vezzosa Che all’ amor. Fida ! ansia procellosa Del suo cor. (scendono dall» gondola) Str. Giunti noi siam ove il inio ben dimora ! Coi nostri canti al suo sopor si tolga , E mostri ad essa il ver fida limmago Dell amator sagace , Che in sogno appar fugace. Tutti Già coll’aurora Spuntò il mattili : Gentil Leonora . Ti desta al fin. Str. (vólto al balcone di Leonora) Cara ! il tuo bene A te sen viene Con lieto coi1 ; E sul liuto Canta d’ amor. Vietato altrove E’ forse il dir A quali prove Regga il desir ; Otti non è imposta Legge all’amor , E il cor risposta Può dare al cor. Cara! il tuo bene A te sen viene Con lieto cor ; E sul liuto Canta d amor. Coro Dal suo balcone iNiun lume appar : Qual mai ragione La fa tardar ? — Str. Cara ! il tuo bene A te sen viene Con lieto cor ; E sul liuto Canta d’ amor. Mentre Yenezia Emula il Sol . Splende di Cinzia Qui l’astro sol : E con i zeffiri Scherzano i fior . 7 Che in mar specchiandosi Parlan d’ amor. -• Cara ! il tuo bene A te sen Tiene Con lieto cor ! E sul liuto Canta d amor! Coro I\è giunge ancor! Str. Ma zitto! nella stanza del mio bene Splender un lume io veggo... Che raggio di speranza E’ al misero che aspetta. Amici !.. andate... E attenti invigilate Che sorprenda nessun quante aH’amore Pud dar lusinghe appassionato un core. — (gli scolari si ritirano) SCENA II. LEONORA sul balcone e dello. Leo. Stradella ! Str. Mia Leonora ! Deh vieni !.. Amor t’invita ! Ceo. ^ Oli taci!... ancora E desto il mio tutor. — L’insidia vile. Il geloso sospetto Tendono agguati al nostro puro affetto. Str. E non son io qui forse in tua difesa ? E sacra non è a te la vita mia ? Leo. Il sostegno a che giova d’un cantante , Quando sagace è qui il poter dell'oro ? Domani... oimè !... pretende il mio tutore (die ad esso unita in matrimonio io sia... Ma pria morrò... Sì, vo’ morire in pria ! Str. Dunque fuggiamo ! Leo. Il dirlo è faeil cosa , Ma vegliata son io severamente. Str. Dove tu assenta al desiderio mio , Nè reggerà , Leonora . amico un Dio ! — Per culline e valli erbose Ne conduca in porto amor ! E dell’ ali sue preziose Largo ei faccia a noi favor. Ei ne giovi di consiglio , Ei ne insegni a pazientar E ne apprenda del periglio Tutti i scogli a superar. Leo. Sì ; con te partir io bramo il piacere ed il dolor ; Tua sin d' ora, io tua mi chiamo, E seguir te voglio ognor. Sia tranquillo il cielo o irato , Mai ti voglio abbandonar; E saprò restremo fato Teco intrepida affrontar. a 2 Del pietoso suo consiglio A noi possa amor giovar ! ' (voci di giubilo e rumore lontano) Str. Oli senti ! Un’ orda sollazzevol muove Vèr questo asii di pace!... Entrambi, o cara, Kitiriamci e vediam se il giunger loro Possa alla nostra speme offrir ristoro. SCEKA III. Maschere di tutte le sorta,, alcune delle quali scendono dalle gondole che approdano alla riva, altre irrompono festosa¬ mente dalle strade ed innondano tutta la piazza. — - Alcune recano delle faci. Coro Romoreggian d’ ogni intorno La letizia ed il piacer ; E Ja notte più del giorno E qui fatta per goder. — Delle maschere la gioja Si diffonde in ogni cor. Il rammarico e la noja Non si mischiali con E amor. — Sui terrazzi e in ogni via; Tutto ride e allegro sta ; Delle trombe 1’ armonia Echeggiar fan la città. — Viva! viva la galloria , Che dominio ha qui regai ! Alla gioja eterna gloria ! Gloria eterna al carnovali — DANZA, Gli anzidelti e STRABELLA, Più lardi LEGA OR A. Str. Alla vostra festevole banda Associate il modesto cantor. Dove Conio alla festa comanda Non si de’ ricusar tal favor. Coro NI a bravo , Stradella ! Hai fatto benone ! Ohi teco più bella La festa sarà. Str. Volete aiutarmi? Volete giovarmi? Aver d un amico Volete pietà? Coro Disponi... comanda... Siam Lutti per te. Che accade? che c1 è ? Str. Un bell’ angioletto Mi diede sua fé; D’ un Argo, il sospetto La stoglie da me. — Eppure se appena Del liuto ode il suoli , S’ affretta serena La bella al balcon. Coro Davvero?.. Se appena Del liuto ode il suoli , S’ affretta serena La bella al balcon ? — Str. (rivolgendosi verso il balcone) Cara! il tuo bene * A te sen viene Con lieto cor; E sul liuto Canta d’ amor. Vieni, o perdalo E’ il tuo tesor. Lko. Alla cella ove io vivo romita, (sul balcone) La canzon della speme montò. Del mio bene la voce in’ imita E resistere ad essa non so, — IO Curo Coraggio !.. Vieni !.. E mille beni T’ accerta amor. Stic Vieni , o perduto E' il tuo tesor. — (alcune maschere vanno a prendere in una gondola una scala da corda e la gettano a Leo., che presa si ritira per l’angolo lei balcone.) SCENA V. Gli anzidctli e LEONORA. Leo. (arrivando sulla piazza dal vicolo) Oh dolce libertà quanto sei cara ! Di tal favor mercede a tutti io rendo... Or la mia nuova vita E la gioia e il piacer rendan compita. — Tutti Viva ! viva la galloria 9 Che dominio ha qui regai ! Alla gioia eterna gloria ! Gloria eterna al carnovali Delle maschere la gioia Si diffonde in ogni cor ! li rammarico e la noia Non si mischiali con I unior. — Viva ! viva la galloria , Che dominio ha qui regai! Alla gioia eterna gloria ! Gloria eterna al carnoval ! — SCENA* VI. I precedenti , ed il signor BASSI. Bassi Leonora ! Leonora !... (di dentro) Leo. Oimè ! son perduta Coro Coraggio , signora . Coi sordi ei disputa. In vostro soccorso Noi tutti siam qua. Bassi (affacciandosi al balcone) 11 Leonora ! Leonora ! Alcune donine Tutore , cos’ha?... Tutti Ve’ il vecchio!... ah ! ah! — Bassi Guardie! Birri!.. Servitori!.* Presto in piedi , presto fuori !.. Voglio aver la fuggitiva Tostamente in mio poter. Tutti Guarda il vecchio! Guarda il vecchio! (deridendolo) Oh ! fa pure il bel veder!.. (appena il signor Bassi si è ritirato dal balcone, che le maschere circondano subito Leonora c Stradella.) Coro E’ la gondola già presta : Prevenite la tempesta ; Ed il vecchio a noi lasciate Di confonderlo il pensier. — (mentre Stradella c Leonora s’avviano al canale, il sig. Bassi esce dalla casa seguito da’ suoi domestici e vedendoli fuggire grida loro) Bassi Su ! prendetela... arrestate... Coro Opra tal non arrischiate !... (opponendosi animosamente ai domestici) Bassi Lento scudi se cedete! (alle maschere) Loro Cento colpi se insistete ! Bassi Ah ! pupilla del mio core... Non partire e sta con me. Leo. Ah ! tutor di questo core il piacer mi tien con sè. (tulle le maschere circondano il signor Bassi e Io costrin¬ gono a ballar con esse ; Stradella e Leonora approfittando di questo momento raggiungono la gondola e s’allontanano) Tutti a iva ! viva la galloria , Che dominio ha qui regai ! Alla gioia eterna gloria ! Gloria eterna al carnoval. — (il signor Bassi cade senza fiato a terra, c si abbassa la tela) FINE DELL’ ATTO PRIMO. 8 C E IN A P 11 I IVI A Villaggio nelle vicinanze di Roma, luogo della nascita di Stra- della. — - Alla sinistra la di lui casa su cui è dipinta Una campana colla leggenda Alla Campanella. A destra un’oste¬ ria; innanzi a questa, panche, sedie, tavolini, ec. LEOINORA, viene dalla casa a destra in abito nuziale. Sono pur giunta alfin , vinti i perigli. All’ istante bramato ; E dopo un lungo errar, Roma mi porge, Qual patria del mio ben , sicuro asilo. — A una coppia fedele il ciel sorride, E lieto il giorno splende Al nodo che all’ aitar oggi nV attende. — Della gioja che il seno m’ innonda Testimoni mi sono, col Ciel , Ed il prato che i fiori feconda, E il boschetto ai misteri fedel. — La natura più lieta e più bella Par ch’esulti al piacer del mio cor. Han le cose e pensiero e favella. Per sentire e parlare d amor. Ti ringrazio, o Fattore del tutto. Per il ben che mi venne da te. Ali togliesti all’ affanno ed al lutto , Ai miei mali tu desti mercè. — Ogni cosa Oui per me Più vezzosa Si rendè ; Si che all’ ara M’ addurrà. La più cara Voluttà. Nell’ ebbrezza Dell’ amor Mi si spezza Lieto il cor. Ài diletto — del mio petto , Troppo angusto è fatto il sen ! Ciel pietoso — di riposo Tu ini sii cortese almeo. Ogni cosa Oui per me. Più vezzosa Si rendè; Sì che all’ ara M’addurrà La più cara Voluttà. — SCENA IL Contadini e Contadine con fiorie corone e detta. Poi STRABELLA. Coro La campana che risuona Ne fa invito al sacro aitar: Dove il Cielo alfin corona Di due cuori lo sperar. 31 bel piacer Di questo dì Con voi dividerà Quel cor sincer Che sempre ambì Felice l’amistà. La campana che risuona Ne fa invito al sacro aitar: 14 Dove il Cielo alfin corona Di due cuori lo sperar. — S tu. Leonora ! Leo. Amico ! — $tr. Tutto è già disposto. Il ministro ne attende Presso l’ara infiorata; E lieti i nostri amici Chieggon vederci entrambi appien felici. — Str. e Leo. Oh lieto istante Che ambiva il eor ! A me costante Ti serbi amor. Coro D’ erbe odorose Di freschi fior Per voi compose Un serto amor. Tutti La campana che risuona Ne fa invito al sacro aitar . Dove il Cielo alfin corona Di due cuori lo sperar. Il bel piacer Di questo dì , Con voi dividerà Quel cor sincer Che sempre ambì Felice T amistà. — La campana che risuona Ne fa invito al sacro aitar , Dove il Cielo alfin corona Di due cuori lo sperar. ( tutti partono seguendo a due a due Leonora e Sbudella. — Il suono della campana va lentamente scemando. ) SCENA MI. MALVOLIO, e più tardi BARBARICO. — MAL VOI, IO ha il cap¬ pello abbassalo sugli occhi; entra lentamente leggendo una lettera. » V’ è del Tebro al manco lato, (leggendo »> A man destra andato il colle, » Un villaggio circondato » Da una siepe d’ alti ailór. Mal. WkYt. 31 À L. 4 lì . 15 » Dove c’ è una campanella . » Ivi sta il signor Stradella , » Gran • cantar. . ruba-fanciulle... » Nè cader puoi tu in error. — » Oua il villaggio... ivi gli allòri... (guardando ed esaminando il luogo attentamente) Là del Tebro van gli umori... Ecco qui la campanella... Eh! mìo caro e buon Stradella, INon ti posso più sbagliar. (batte alla porta) Che cos è? Nessun risponde?., (si pone in ascolto) Non un’ anima si sente!., (tenta l1 uscio che si Schiuso l’uscio!!.. Ottimamente apre) Voglio entrare ed indagar. — (enlra pian piano e chiude la porta dietro di se) egli pure ha il cappello sugli occhi e sta leggendo una lettera) » V è del Tebro al manco lato, (leggendo) « A man destra andato il colle , » Un villaggio circondato » Da una siepe d’ alti allòr. » Dove c è una campanella, » Ivi sta il signor Stradella... » Gran cantor... ruba-fanciulle... » Nè cader puoi tu in error. » Qua il villaggio... ivi gli allòri... (guardando ed esaminando il luogo attentamente) Là del Tebro van gli umori... Ecco qui la campanella... Ehi mio caro e buon Stradella, Non ti posso più sbagliar. (fa per entrare in casa, ma trovando la porta chiusa va a guardare per la finestra) Nessun’ anima vivente Otti si vede... niun si sente... Che i! cantante sia snidato? Me ne voglio assicurar. — (nel mentre sta salendo la finestra, Malvolio esce dalla porta e lo afferra per di dietro) Ah! curioso! or vo’ insegnarti !.. Satanasso, vuoi restarti ? ^AL- Giù il cappello, masnadieri (cavando il pugnale) Va all inferno, poltronier! — (cavando il ferro c?so pure. Nel lottare cade loro il cappello e si riconoscono) (ridendo) (c. s.) Bar. Mal. Mal. Bar. Mal. Bar. Mal. l ì A Pt . Mal. Bar. Ah! ahi ah! Veli! M alvolino!... Ah! ah! ah!.. Tu!.. Barbarico!.. Che voleva all’ altro mondo Inviato esser da me!.. Eh! eh! eh! eh!.. Come va ?.. Stai bene ?.. Amico? (porgendosli Io ?.. Benone ! . E tu 1’ antico ? la mono) Per salute ottimamente , Ma pel resto orrendamente. — I bei tempi son passati , E gli affar’ son rovinati ; — Ma tua moglie?., i figli tuoi? Vispi ! — E i tuoi ? I miei ? benone ! Beppe è il re de’ pari suoi; Già dà briga alle persone... E' una volpe astuta e fina ! E il mio Momolo... indovina... Già il coltel sa maneggiar , Senza mai colpo fallar. — a 2 (mostrandosi entrambi commossi e quasi alle lagrime) Bravi figli !.. Assenta il elei Che s’aumenti il loro zel ! Mal." Ma , di’ un po’... cosa fai qui ? Bar. lo son qui , per... (facendo segno di pugnalare) Mal. Ah !.. sì, sì ! — Bar. E tu, di’: perchè sei qua? Mal. Anch’ io per... capisci già... (accennando c. s.) Bar. Ilo un intrigo io per un vecchio (con mistero) Di Venezia... un avaraccio !.. E un cantante m' apparecchio A spedir col ferro o il laccio. M \l. Per 5! diavolo !.. Bar. Cos’ è ? Mal. Iv curiosa!., senti a ine! — Far qui freddo, amico mio, Per un vecchio deggio aneli’ io Cn cantante... e la sua moglie Cui lasciar senz’ uomo e spoglie. Bar. E’ un errore! Mal. Signor no! Bar. Mal. a 2 Mal. B A il. Mal. Bar. Bar. Mal. Bar. Mal. Bar. Mal. Bar. Mal. Bar. Mal. a 2 Mal. B a r . Mal. Tu tJinganni l — Esser non può! (levano entrambi di tasca una lettera e leggono) Oh !.. » del Tebro al manco lato... » A man destra andato il colle » Dove c’ è una campanella » Ivi sta il signor Stradella t » Gran cantori » Ruba-zitelle ?.. » IVè cader... >» Puoi tu in errori (si mettono a ri- a 2 dere entrambi) Ali davver la scena è bella ! Siam qui eletti ad opra egual... Ti minacciano , o Stradella , Quattro braccia il dì final. Ma quel vecchio peccatore Da sottile la pensò : Due fan sempre pel migliore Mentre un sol mancar gli può. Di noi due chi far de’ il frate? Io pel primo t* M esser no ! Io son bravo a pugnalate...- A schermirmi proverò. (levando entrambi il pugnale e minacciandosi) Mi rincresce pei tuoi figli! Per tua moglie ho in sen pietà !- Dividiam oro e perigli!,. Accettato !.. tocca qua. (porgendogli la mano) Amistade — il cor nT invade. Mi governa Y amistà. — * Ah davver ! la scena e bella ! Siam qui eletti ad opra egual: Ti minacciano , o Stradella , Quattro braccia il dì final. Ma quel vecchio peccatore Da sottile la pensò : Due fan sempre pel migliore . Mentre un sol mancar gli può. — La campana ! Arriva gente ! Ritiriamoci di qua. 18 Bar. Hal. Bar. Osserviamo... Attentamente... Quel che avvieni., quel che si fa. A V SCENA IV. (si ritirano) w • LEOìN'ORÀj STRABELLA e CORO di Contadini. Coro « 4 viti» vostro 4 Str. Alla gioja della Può mirare il vostro cor , Or che imen reo dea compita La speranza dell’ amor. 11 bel piacer « Di questo di , Con voi dividerà Quel cor sin (Ter Che sempre amb^ / ' Felice 1 amistà. — E In gioia della vita ' Vostra* dote pgnor sarà. — Orsù , miei buoni altaici * ;oggi spendiarfi© Allegramente il tempo... > Cbè fra lfamor Ed i .bicchier - Più, dolce ài coi* Si fa il piacer !.. Domani poi nefjempìo , e Jra i devoti 4 Innalzeremo al ciel preghiere e Voti. . Coro Oh sì!., doman nel tempio, e fra i devoti, Innalzeremo al ciei preghiere e vtfti ! — Leo. , Str. e Qoro Ah ! cosi di nostra vita Scorrer possati tempre i dì; Or pregando il cièl d aita , Or godersela còsi. — Bar. e jJIal. • Sta in man nostra la sua Cia il pugnale è pronto La fortuna fu compita , Ci distinse... e favorì. — Str. Adesso, sposa mia, recaci tosto. Oliatilo di ci Li e vini bai già disposto. ( Leonora assistila da varie contadine porta dalla casa fiaschi bicchieri, ec.; mentre tutti si pongono intorno ai tavolini ) vita... qui... (in disparte) CORO In fra l’ amor Ed i bicchier’, .Più dolce ai cor ; Si fa il piacer ; E quando il via Ascende in su, D’ un rio destin . * Non temi più. — Ah si ! beviam Qgnor cosi : , ^Ed aspettiam Che sorga il dì... Cacciando in bando il mal umor. Sereni in volto, e lieti in cor , Bevia.pi!.. perchè sta sol nel vin ; Di tutti i mali estremo il fin. In fra l amor Ed i bicchier’, Più dolce al cor Si fa il piacer! — SCENA Y. Gli anzidetti. — MALVOLIO e BARBARINO avanzandosi. Mal. Bah. Str. Mal. Ba r. Mal. Bar. Str. Mal. Mal. Bar. Mal. Coro E permésso aver parte alla gioja ? Posta in bando qui sembra la noia ! Voi chi si&e ? * Due buoni cristiani! Perda festa arriviajn di domani! In cui deve 1’ esimio Stradella , ^ Ci fu detto , far pompa di sè. Egli dee co’ suoi mezzi possenti Incantar, sbalordire le genti !.. I ben giunti qui siate ! Un banchetto Con piacere io qui v’ offro , e un ricetto Da cantante qual sou... Bar. Mille grazie !.. Punga vita il buon Dio vi conceda! Lunga vita!.. Ed un prospero fin!., (accennami nascostamente di assassinarlo In fra 1' amor Ed i bicchier’^ Più dolce al cor Si fa il piacer; E quando il vin Ascende in su , D’ un rio destin INon temi più. — Ah sì ! beviam Ognor cosi : Ed aspettiam Che sorga il dì... Cacciando in bando il mal umor , Sereni in volto , e lieti in $or , Beviam !.. perchè sta sol nel vin Di tutti i mali estremo il fin. In fra 1’ amor Ed i bicchier'. Più dolce al cor Si fa il piacer ! — ( Leonora avrà frattanto recato i bicchieri a Malvolio e Barbarino che bevendo cantano la seguente Dal tino sgorga il vin, Nel vetro poi va giù: Passando in bocca alfin , Mai più ritorna su. Giu ! giu ! giu ! giu ! Or versa qua : Beviam , compar... Giu ! giu ! giu ! giu ! » Che il buon vino è salutar. — Se il vino ascende su , Mi dono alla beltà: Dò briga alla virtù , E sdegno aver pietà ! Giu! giu! giu! giu! Or versa qua : Beviam , compar... Giu ! giu ! giu ! giu ! Clic il buon vino è salutar. — Perchè mi piace il vin , Ea moglie mi lasciò : Curo Coro Str. Sia pur, ma senza fin Strabevo, e ognor berù. Clu! giu ! giu ! giu ! Or versa qua : Beviam compar... Giu ! giu ! giu ! giu ! Cbè il buon vino è salutar. Giu ! giu ! giu ! giu ! Or versa qua : Beviam, compar... Giu ! giu ! giu ! giu !.. Cbè il buon vino è salutar. DA1TZE UnPaes.I1 piacer qui dev’ essere compito , Che dritto n ha il convito. Or via , Stradella , cantaci una rond Ben volontier ! dirò quella famosa , Del gran Salvator Rosa.— IV on c è quel mal che puoi pensar , Se al dritto ver ti sai piegar. — Gli altri Non cè quel mal che puoi pensar. Se al dritto ver ti sai piegar. — In fondo agli Abruzzi Mirò con terror Diversi tristuzzi Rapaci aggressor , E li vedè Venir a sè Recando un forziero Con molto tesor, Che troppo leggero Non era per lor Tra la là ! In fra i ladri e simil gente La clemenza è una virtù. Nulla prendono al pezzente Ed al ricco il sol di più. Non ce quel mal che puoi pensar, Se al dritto ver ti sai piegar. S’appressa il viandante..’. . — Olà !.. chi sei tu ?.. Str. Tutti Str. 22 — Un unni li sla innante... — — l\on dirne di più. Or fa veder [1 tuo forzier. — II genio m’ è duce E rubo di cuor Al giorno la luce, Al prato i suoi fior. Tr alala ! Pur qual voi son io clemente La pietà de è mia virtù ; Perchè rendo ad ogni gente Tutto quello ch’è di più. Tutti Non c è quel mal che puoi pensar. Se al dritto ver ti sai piegar. Str. Io sono pittore Spedito di man E son Salvatore, Il Rosa sovran ! — — Tu puoi restar. Con noi rubar , E un buon camerata Se in te troverà L’intera brigata Gnor ti farà. — Tralalà !... Del ladrone il nobil foco Sa glingegni rispettar E gli artisti in ogni loco Un a sii si pon trovar. — Tutti Non c’è quel mal che puoi pensar, Se al dritto ver ti sai piegar. — (Str. entra in casa con Leo. accennando aMal. e Bar. di seguirli ) Mal. Del ladrone il nobil foco (guardando gli altri) Sa gl ingegni rispettar. Rar. E gli artisti danno un loco (c. s.) Al mescimi per riposar, (entrano lentam. Coro Giu! Giu! Giu! Giu! e tentennando il capo) Or versa qua : Beviam , compar... Giu ! Giu ! Giu ! Giu ! Che il buon vino è salutar. — FINE PELL ÀI’ TO SECODO. V SCENA PRIMA Atrio nella casa di Slradella chiuso in fondo da un LEONORA, STRABELLA, MALVOLIO, BARBAR1NO. Leonora e Slradella seduti sopra una panca da dalfaltra Malvolio e Barbarino seduti in terra alla mora. Str. ^ ? li ! cara Italia!., oli dolce Terra de’ padri miei ! Il core in te si moire Perchè leggiadra sei... Oh ! tu sei bella , Italia, Sebbene a te crude!.. . Bella per le tue glorie , Bella per il tuo eiel! — Leo Mi parlano al core Di Roma le glorie : Le mille vittorie Ond’ alta si fé’. Pei marmi sublime, Pei tempj famosa , All' arti preziosa Iddio la rendè. Ma più che i suoi tempj Che i marmi lodati , Adoro i suoi prati Smaltati di fior. coltrinaggio. Sul davanti una parte ; c giuocando E desia in me dolce L’allodola incanto , S’esprime col canto Le gioie d amor. — \iw\. Son tutti i paesi Sublimi per certo , Ma quello ha più merto Che vino ha miglior. La bella Toscana La Spezia si vanta Pel vino che agguanta Le fibre del cor. Evviva il buon vino ! Evviva l'amor ! Mal. Io Napoli apprezzo Adoro il suo ciel , Che pieno di vezzo Rifugge dal gel. I suoi maccheroni Mi scaldano il cor ; De’ suoi Lazzaroni Mi piace rumor. Dormir alla stella } A nulla pensar ; E la tarantella Scherzando ballar ! — a 4 Oh ! tu sei bella Italia , Sebben con te crudeli.. Bella per le tue glorie Bella per il tuo ciel ! — CORO DI PELLEGRINI Oggi , o Vergili , più ridente Splende il sole in ciel per te : Ed implora il sofferente La divina tua mercè. Ti consacrali gl'infelici Questi ceri e questi fior ; Tu gli accogli , e benedici À chi vive nel dolor. Leo. De’ romei la schiera implora Dalla madre del Signor , Che men trista sia l’aurora Al deserto peccai or. (di dentro,) Sii Bah. IVI al. Bar. Sette! sei !.. maledizione ! — Nove ! quattro !.. va benone ! Dieci ! tre !.. per il demonio ! La fortuna è avversa a me. — Mal. Otto! quattro! sette! nove !.. Ho colpito per mia fé. Bar. Selle ! quattro !.. infame giuoco ! Ora molto , ed/ ora poco. Ho perduto!., tutto a te. < Mal. Io t’ho vinto !.. bravo affé. Str.. Leo. Ah! noi pur , ben mio 9 cogliamo Uose , viole ed altri fior., Ed un serto presentiamo Alla madre del Signor. — (Leonora e Stradella partono pél fondo: Malvolio e Bar- barino entrano ciascuno per una porta laterale) SCENA II. BASSI che fa capolino da una porta in fondo , poi MALVOLIO e BARBARICO con cappello e bastone. Bassi E deserta la casa !.. il colpo forse Che meditai sarebbe già compito ? Forse i banditi bau fatta la lor parte !... Ma... viene alcun... tiriamoci in disparte! (si ritira) Mal. Dimmi un po’ ^ mio Barbarino ; L’affar nostro come va ? Bar. Parla tu, buon Af alvolino; Hai nessuna novità? IVI al. No , davver ! — Sull’onor mio Lascerei tutto per te. Bar. Così pur la penso aneli’ io : Nulla aver vorrei per me. Mal. Ma no! Bar. Oh si ! Mal. Domando scusa... Bar. Tua la preda ! Mal. Tuo l’ouor ! Bar, La mia mente è alquanto ottusa ! Mal. Anzi hai testa , hai genio e coiv Bar. Tutto vano ! il piano ordito Io condurre a fin non so. 26 Mal. Anch'io prendo il mio parlilo , Nè il cantante ammazzerò. Massi (che si sarà loro avvicinato) Cosa sento? — Mal.., Bau. (Il vecchio ! Oh imbroglio!) Bassi Tal da voi si tien la fè ? Mal. Ammazzarlo io più non voglio. (presentandogli una borsa) Bah. Bassi Bar., Mal. Bassi Bah., Mal. E ciò pur deciso è in me. (c. s.) Ma la promessa ? Più non si tiene. La somma emessa? A voi riviene! (gettandogli le borse) Bassi (con ironia) E voi siete banditi ? Bar., Mal. Il dubbieresti?... dì?... (mettendo mano al pugnale) Bassi Bah., Mal. Bassi Bah.. .Mal. E men vi rende arditi * Un canterino ?... Sì ! — Del ladrone il nobil foco Sa l’ingégno rispettar !.. E gli artisti danno un loco Al ineschili per riposar. — (Sono ingannato Da quei bricconi ! M’han rovinato Quei mascalzoni ! Or se il mio piano Scoperto viene. Finirla in bene Non si potrà. — ) (Ei fu ingannato Nel suo progetto : Ma un uom salvato Abbiam perfetto ! Un nobil cuore , Un uom d’onore , Che alla sua patria Gnor farà.) (Malvolio e Barbarino vogliono allontanarsi) Ehi? Seni ite. Bassi lì assi Ascoltale ! Bau. / Mi permetta : ^ Ho i figliuoli da educar. Se la somma raddoppiassi . Non potreste acconsentir ? La va in lungo , signor Bassi !.. Egli è tempo di finir. — Venti ducati Faran beati 1 vostri figli La moglie ancor. Mal ti consigli 9 Vecchio ribaldo ! ( Voglio star saldo Nel mio rigor ! — ) Dieci ne aggiungo ! Non sottoscrivo. Anche altri dieci ! No 9 resti vivo ! Cento io ne do. — Lo 8 tra del la è un gran cantori ^ e ile do cinquanta ancor. Che voce !.. che cantor ! ( Sono ingannato Da quei bricconi ! M' ha n rovinato Quei mascalzoni ! Or se il mio piano Scoperto, viene , Finirla in bene Non si potrà. — ) ( Fi fu ingannato Nel suo progetto: Ma un uom salvato Abbia m perfetto ! * Un nobil cuore , Un uom d'onore, di’ alla sua patria Gnor farà. — ) Ve ne voglio dar duecento! Che ! Duecento ? ! (tentennando i! capo) Eppur la vita D’ un artista !.. in tal momento 27 Bassi Mal. Bau. Bassi Mal., Bau. Bassi Mal. Bassi Bau. Bassi Mal. Bassi Mal., Bah. lì ASSI (accarezzandoli) Bau., Mal Bassi | Mal. Bau. Mal. (indeciso) 28 Ilari son !.. Bah. Mancano affatto ! Bassi Venti ancora ! Bar. Gl impresari IV e investiscono di più. Bassi Ve ne do dugencinquanta Mal. Aspettate die la voce Egli perda ! — Bar. E sarà presto ! Bassi Va trecento ! Mal. (piano a Barbarino) Che di’ tu? _ fu che dici?.. (come sopra a Mal. Lesti un po’... Li volete sì o no ? — Chiedi a lui !.. A lui domanda ! Mal., Bar. No! no ! no ! no !.. Colpir non vo’. Bassi Io ve n offro quattrocento ! Mal., Bar. Quattrocento ! Bassi E sul momento Il cantante spedirete, K la donna ruberete. Mal. Per servirvi , il colpo io voglio Azzardar spedito e lesto. Bar. Or metà!.. Mal. Più tardi il resto! Bassi Ecco amici !.. ( Oh i traditor !.. ) (Ho guadagnato! Ci son riuscito ! Quel disgraziato Sarà colpito ! Fra una mezz’ ora, Fra pochi istanti , Più fra i cantanti Fi non sarà. — ) 9 Bar., Mal. ( Quel quattrocento Tal fu una botta , Che sul momento L alma ha corrotta ! Fra una mezz’ ora , Fra pochi istanti , Più Ira i cantanti Li non sarà. — ) Bar. Bassi Mal. Bar. 2» BASsiMa silenzio !.. Alcun vie» !... Mal. Egli è il cantante Che verrà qui a provar... Bar. Sì : si... a memoria Metter vorrà il versetto... BassjLo mia vendetta a entrambi voi commetto. a 3 Piano, zitto, attenti ben ! Nella rete a porsi ei vien ! Su di lui si piombi... e allor... Buona notte al gran cantor. — (si ritirano in disparte) SCENA HI. STRADELLA solo. Oh ! come bello è il giorno ! Oh ! come liete intorno Risplendono le cose ! e par che tutta La natura si allieti! Ovunque i prati Si veggono inondati Dai devoti accorrenti Tutti d’affetto religioso ardenti. Ma , se indegno apparisse 31 cantor di sua fama? E se il timore Ne lo vincesse?.. Oh giusto ciel m’assisti!.. Tu mi reggi, gran Dio!.. In chi sperar , se non in te , degg’io ? — SCENA IV. Bx\.SSI, MALVOLIO, BARRARINO, entrano piano piano dal fondo e si tengono in disparte mentre STRADELLA va a prendere su di una tavola un foglio di musica e studia quanto deve eseguire. Più tardi LEONORA. 0 santa , o pia Del ciel regina , Madre divina Del Redentor, Bassi Mal. Bassi Bah. Str. Mal. Bar. Str. Che , ( Olile stella Onnipossente Guidi il soffrente Gol tuo splendor. Madre del Sommo Che il ciel governa , Di lode eterna Sei degna tu ; Chè l'infelice Scampi ai perigli , E lo consigli Alla virtù. Tu sperdi i nembi , Tu i venti infreni. Tu il ciel sereni , Sgombri il terror. Tu nostra speme Tu nostro amor. — Adesso è il tempo !.. (piano a Malvolio) Che !.. Non lò senti ? Ma che trattieni ? (a Barbari no) Quel suon d’ amor. — Al soffrente... oh ! fa che splenda La gran luce del Signor ; Ma il tuo sdegno a colpir scenda Il protervo peccator. Guai pel malvagio Che offende il Ciel ! Guai per i tìgli Dell’ infedel ! Nessun rifugio Trovar potrà. Maledizione Lo colpirà ! Rabbrividisco !... Terror mi la ! Ma salvato Sia il traviato Che il dolor conduce a te , Che pregando Lagrimando Ti scongiura di mercè. :a Se il rimorso e il pentimento Emendato hanno il suo eoi1 . Trovi un giorno di contento Nella speme del Signor. BASSI, MALVOLIO, BARBARICO inginocchiandosi lasciano ca¬ dere i pugnali e ripetono con Stradella Se il rimorso e il pentimento Emendato hanno il suo cor, Trovi un giorno di contento Nella speme del Signor. — STRADELLA avvisandosi di coloro che sono inginocchiati Come!., che vedo !.. Leo. (accorrendo) 11 mio tutor Qui armati ? Per farti spento ! E il tuo canto divino Ci convertì ! — Deh ! perdonate entrambi , E scusate !.. Di cuor ! (tendendogli la mano) Mal., Bar. Ecco il vostr’oro !.. Bassi Egli è vostro ! — Bar., Mal. Per noi questo è un tesoro. SCENA V. Si alza la tela del fondo e lascia vedere un colle sulla cima del quale un tempio. Ovunque popolo, pellegrini, ragguarde¬ voli cittadini, patrizj , Autorità, ec. ec. Durante il coro se¬ guente, alcuni giovani pastori invitano Stradella a salire so¬ pra una specie di barella festosamente adornala. Doro Va , t’affretta , Che t’ aspetta Per udirti un mondo inter ; E lontana Da campana Ne fa invito al gran mister ! — Nel tempio già Con ansietà Str. Mal. Bar. Bassi Vieti tratto il gran cantor , Ed ivi ud rem Ammirerem l/immenso suo valor. Ed implori da quel Dio Ch’ ei può solo impietosir , Alle colpe eterno obblio , E beato l'avvenir. —